Sono venuta in Libia solo con le mie figlie, Makdas e Marina. Mio marito è ancora in Sudan. È molto malato, ha il diabete e l'ipertensione. Ho dovuto prendere la decisione di lasciare il mio paese per il futuro delle mie figlie. Meritano la speranza di un futuro migliore.
Non ho pagato per il viaggio. Un uomo eritreo in Sudan ha pagato il viaggio per noi. Ha capito la nostra sofferenza e ci ha voluto aiutare.
In Libia ho visto donne incinte malmenate senza alcuna pietà. Sapevo che il viaggio sarebbe stato difficile, ma non così difficile.
Eravamo sul ponte superiore del barcone. Nel corso delle prime ore abbiamo pensato di morire. Il motore si è spento e la gente ha cominciato a gridare e ad essere molto spaventata. Due pescatori libici sono venuti per cercare di aiutarci, ma non potevano fare niente. Ho ringraziato Dio quando ho visto la barca di salvataggio. Ero così felice.
Tutto ciò che ho fatto è per le mie figlie. Non c’è futuro in Sudan, lo so perché sono cresciuta lì. Loro sono la mia vita. Voglio che abbiano l’opportunità di avere una vita felice, di studiare e di avere successo.